"H to He- I'm turning into a man" è stato tradotto come "Sto diventando uomo". Testo intensissimo, già presentato in inglese il mese scorso dall'autrice-attrice, Claire Dowie, ora viene riproposto in italiano con Sara Bertelà come protagonista.
Un club notturno, un locale tra segni di modernità e un’eco del passato – forse era un cinema – che funziona come cocktail bar, luogo d’incontro, di dibattito e di chiacchiere intime.
Un locale in cui si rispettano le differenze e convivono l’intrattenimento musicale e numeri d’avanspettacolo, recital estemporanei e proiezioni, illusionismi e acrobazie. Un locale dall’atmosfera ambigua dove ognuno, artisti e pubblico, cerca di rappresentarsi e dove è possibile incontrare a volte figure celebri. Come delle guest star arricchiscono con la loro presenza a sorpresa il programma del locale e il pubblico gode ogni sera delle loro improvvisazioni.
E’ in mezzo a tutto ciò, mentre uno stanco cameriere passa tra i tavoli, che Helen sale sul palco per fare il suo spettacolo. Sembra un divertissement ma è una confessione. Torna nella versione italiana il testo forse più famoso di Claire Dowie, vero campione della stand up comedy, il movimento drammaturgico inglese contemporaneo, incentrato sulla rappresentazione in chiave ironica delle problematiche connesse alla sessualità e all’identità di genere.
Sto diventando un uomo è il racconto dell’incubo di una donna omosessuale che vede di giorno in giorno le sue forme femminili modificarsi in un corpo maschile. E’ un processo inarrestabile che costringe Helen a ripensare tutti i suoi comportamenti, a nascondersi con l’amica, a negarsi al telefono.
Come nelle Metamorfosi di Kafka la visione che di lei hanno coloro che le stanno vicini finisce con il trasformarla in ciò che vuole la società.
“Vengono prese in considerazione solo due possibilità” dice Claire Dowie “se non sono una donna, devo essere un uomo, se non sono etero, devo essere gay”.
Come Hanna, la protagonista della prima tappa del percorso di Andrée Ruth Shammah dentro le emozioni della complessità, questa donna, Helen, racconta semplicemente il desiderio di essere amati per quello che si è.
Chi è Sara Bertelà.
Sara Bertelà si diploma nel 1987 presso la scuola del Teatro Stabile di Genova. In seguito lavora con importanti registi, tra cui Marco Sciaccaluga (La buona moglie di Goldoni, 1988; Pane altrui di Turgenev, 1989; Come vi piace di Shakespeare, 1990; La famiglia dell'antiquario di Goldoni, 1994), Gianfranco De Bosio (L'avaro di Molière, 1990; La Moscheta di Ruzante, 1997), Benno Besson (Mille franchi di ricompensa di Hugo, 1991-92), e Gabriele Lavia (Platonov di A. Cechov). Nel 1991 lavora con Massimo Castri in Amoretto di. Schnitzler, per il quale vince il premio Eleonora Duse come miglior attrice giovane. In tale occasione inizia l’importante sodalizio artistico con la regista Cristina Pezzoli (allora assistente di Castri), con cui mette in scena nel 1994 Lungo pranzo di Natale di Wilder, nel 1996 La scuola delle mogli di Molière, nel 1997 Il principe travestito di Marivaux e nel 1998 uno studio su Cechov. Dal 1994 inoltre collabora con Valerio Binasco recitando in Re Cervo di Gozzi, nel 1994, e in Family Voices di Pinter, nel 1998.Nel 2000 interpreta L’Hotel dei due mondi di Eric-Emmanuel Schmitt, prodotto dal Teatro Franco Parenti, con la regia di Andrèe Ruth Shammah. Nel 2006 vince l’Oscar del teatro come protagonista de L’illusion Comique di Corneille, prodotto dal Teatri Stabile di Genova, con la regia di Marco Sciaccaluga.
Quando e dove:
dal 22 novembre, ore 21,30
Sala Pirelli – Via Tertulliano (angolo via Cadolini, 19
Milano
Teatro